atlante città accessibili
Strumenti per pianificare e programmare
Per rendere le nostre città più accessibili è necessario abbandonare la settorialità che ancora generalmente connota gli strumenti e le politiche in materia di accessibilità. Occorre integrare più efficacemente questo approccio progettuale nella pianificazione urbanistica generale, negli interventi di trasformazione così come in quelli di manutenzione ordinaria, e in tutti i procedimenti amministrativi attinenti alle mutazioni dello spazio urbano.
Costruire quadri normativi e programmi
Nel nostro Paese, le norme in materia di accessibilità trattano ancora riduttivamente dell’eliminazione di
barriere architettoniche e fisiche. Lavorare alla messa a punto di standard prestazionali – capaci di
orientare gli interventi a un concreto miglioramento delle connessioni e della fruibilità di spazi aperti,
percorsi urbani, sistemi di mobilità – può contribuire a colmare un gap che di fatto appare più culturale che
normativo.
Non meno importante è la disponibilità di risorse economiche per programmare (con continuità) e attuare
(anche in maniera incrementale) gli interventi. Di fatto, tuttavia, al miglioramento della fruibilità di spazi e
attrezzature già possono venire indirizzati molti e diversi finanziamenti (nazionali ed europei), i fondi a
bilancio di diversi assessorati regionali e comunali (per opere pubbliche, welfare, sviluppo economico, …),
nonché le risorse derivanti da forme innovative di collaborazione tra attori pubblici e privati (attivi nei
settori dei servizi, dell’imprenditoria, del commercio, …).
Innovare piani e progetti
Il tema dell’accessibilità non può essere trattato solo alla scala edilizia. Per fare delle nostre città e territori
luoghi accessibili a tutti è necessario che le operazioni di adeguamento dei singoli spazi siano inquadrate
all’interno di un processo pianificato, quali componenti di una strategia coerente e di scala più ampia.
Lungi dall’essere un tema settoriale e accessorio al governo del territorio, l’accessibilità va riportata
all’interno della pianificazione generale, come un requisito prestazionale dei piani urbanistici, al pari di altri
requisiti già assimilati nelle prassi ordinarie (tecnici, funzionali, dimensionali, …).
Così, negli strumenti di progettazione complessa e nelle operazioni di rigenerazione urbana, all’accessibilità
va riconosciuto un ruolo cardine, anche attraverso specifiche valutazioni dell’efficacia delle trasformazioni
in riferimento al miglioramento delle condizioni di mobilità, inclusione sociale, fruibilità estesa e inclusiva.
Armonizzare dati e modelli per aiutare la decisione
Nonostante tante siano le informazioni quantitative e qualitative costantemente prodotte dalle istituzioni
pubbliche, la definizione di azioni per una migliore accessibilità trova ancora un ostacolo nella mancanza di
banche dati integrate.
La costruzione di strumenti per l’armonizzazione dei dati esistenti e la loro rappresentazione spaziale può
rendere la mappatura dei diversi livelli di accessibilità (in relazione a diversi tipi di disabilità) degli spazi
urbani un riferimento puntuale e concreto per la redazione degli strumenti di pianificazione e programmazione pluriennale di opere pubbliche e interventi privati.
In tal senso, il ricorso a strumenti tecnologici avanzati offre un valido supporto all’implementazione delle
diverse fasi di un processo che si articola dall’individuazione degli ambiti di intervento da parte delle
pubbliche amministrazioni, alla comunicazione dei livelli di accessibilità a cittadini e city users, e alla
raccolta delle loro segnalazioni in merito a carenze e criticità.
Come aderire
Per partecipare alla Community Città accessibili è sufficiente inviare una richiesta al responsabile (iginio.rossi@inu.it) con le motivazioni dell’adesione
INU – Istituto Nazionale di Urbanistica
Via di San Pantaleo 66 – 00186 Roma
Tel. +39.06.688.011.90